La Dominator di Orsogrigio

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La base è una Dominator del 1992

Il cuore, la mente, la natura umana, l'orgoglio maschile e il potere femminile: come nasce Macinator II

Primavera 1995

Dal 1987 vagavo spensierato on e off road tra Emilia e Toscana in sella alla mia inossidabile XL125 Paris-Dakar quando un amico meccanico mi propone ad ottime condizioni finanziarie, due splendide Dominator '88, una rossa e una blu. Scelgo la rossa e mi si parano di fronte 50.000Km di sconosciuti mondi motociclistici: 38cv veri, off road soft, pneumatici radiali, raduni, il primo Elefantentreffen (1996), e tanti, tanti passi appenninici (che soddisfazione superare e seminare fior di stradali sulla provinciale del passo della Raticosa!!!).

Luglio 1998

L'amata Dominator, con ormai più di 70.000Km sulle ruote, in due, fatica un pò sulle salite più impervie e a tenere il passo dei nostri amici. La mia compagna Elena le affibbia il Nomignolo: Macinator.

Aumentano le necessità di carico così, decidiamo: arriva una fiammante Africa Twin '98 nero-grigia (la natura umana, l'orgoglio maschile, il potere femminile ma, lo ammetto, era sempre stata il mio sogno) e saluto Macinator. 

Viaggiamo ancora, ci sposiamo (…con Elena), viaggio di nozze in Spagna con l'Africona, passi dolomitici, Stelvio, raduni.

La voglia di offroad è ancora viva: una Suzuki DR350R di terza mano (ma ex campionato italiano enduro.. se riuscivi a metterla in moto vincevi un premio) affianca l'XLV750 in garage.

Settembre 2001

Siamo Mamma e Papà!!! È arrivato il piccolo Daniel! L'Africona sonnecchia in garage. Dopo circa un anno decidiamo di liberarla perchè possa ancora correre felice tra valli e colline. Un amico se la porta via. Un po' commossi la salutiamo.
2004 – 2005
Non disdegnerei qualche puntata sui passi appenninici ma, la moto per grandi viaggi non riuscirei più a sfruttarla. Apprezzo l'offroad nelle sue diverse dimensioni.. sto forse cercando la moto totale? Porto a casa una Beta Alp 4.0 di seconda mano e vendo il DR. Bella, divertente, amichevole nel fuoristrada anche impegnativo. Telaisticamente però e troppo vicina al trial e la frenata non è proprio eccezionale. Nel fuoristrada medio-veloce e nei trasferimenti su asfalto è poco sincera. Occorrerebbe inoltre modificare pesantemente l'ammortizzatore posteriore che, così come è, non lavora e rende poco sicura la ciclistica! Un paio di infortuni (calcetto e sci) e l'Alp rimane per un po' sotto il telo.

Febbraio 2005

Mamma e Papà ricevono il secondo grande dono: arriva la piccola Eleonora. Mamma Elena soffre di astinenza da moto e, ogni volta che papà Alex esce con l'Alp a fare un giretto, per due giorni non gli rivolge più la parola (che sia gelosa???).

Aprile 2007

Potrei trovare una vecchia bicilindrica triturata tipo Africa Twin 650 oppure Transalp e avventurarmi in un'opera di "endurizzazione": le puntatine sui passi e il giretto occasionale con Elena sarebbero possibili. E le uscite off road? Le trasformazioni tipo ONLYBIKE & C. sono tecnicamente impegnative e costose, mentre trasformazioni meno radicali non tolgono peso a sufficienza per affrontare il fuoristrada un po' più impegnativo (sono alto 172 cm e non sono Gaston Rahier!).

Ah, la "MOTO TOTALE"! Forse ho capito: la MOTO TOTALE non esiste oppure.. esiste ma è una complicata funzione determinata da fattori diversi: portafoglio, altezza del pilota in cm, manico (in stelline?), doti di equilibrio e capacita di rotazione del gas in gradi (scendendo per una pietraia col 30% di pendenza con gradoni di roccia di un metro).. boh?

Sembrerebbe allora una questione di logica. Ricordo però, che qualcuno una volta disse: "la scelta della moto, alla faccia delle varie tabelle KwcvKgmKghsellainterasseccetera, alla fine è determinata da un 10% di raziocinio e da un 90% di Cuore". Sante parole!

Così il Cuore ha risvegliato i ricordi.. 38 cv veri, il primo Elefantentreffen, i passi appenninici.. la ragione(?) mi ha rammentato il giretto con Elena (meccanismo di autodifesa dell'inconscio?).. nuove fantasie: la via del sale.. Sardegna.. Islanda.. l'alta Val di Susa.. l'Africa e i deserti..

Un turbinio di luci e colori, un vortice di ricordi e fantasie, di sogni motociclistici nel cassetto hanno cominciato a prendere forma, condensando una nebbia prima sfuocata, poi più nitida, una silhouette conosciuta, sopita in un angolo del cuore ma, mai svanita. Cara vecchia Macinator!
Sì, è vero, ho letto "Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta" ma è stato tanto tempo fa! E non fumo robe strane!

La ragione è quindi la logistica del Cuore? Allora sotto con internet! Trovo www.dominator650.it: Fischia! Questi sono più infoiati di me!!! Bello, bello.

Sondo mercatini, annunci vari, ricerco il primo modello, come era Lei, Macinator: bel motore, doppio avviamento, linea bellissima ed equilibrata, finiture al top.. poi trovo un '92, la linea non mi entusiasma e alcuni particolari sono di minore pregio. Il prezzo però è invitante e, nella trasformazione che ho in mente, molti pezzi devono comunque essere cambiati. Vado a Ferrara a vederla. Centro storico (se non ci siete mai stati vale la pena fare un giro), all'interno di un giardino circondato da antiche mura (mi appassionano gli usi, i costumi e le architetture medioevali e sono arciere tradizionale e storico) è li, un po' malmessa, ma recuperabile. La porto a casa.

La sera, dopo cena (con somma gioia di mia moglie), iniziano i lavori: lavaggio accurato, sostituzione olio e filtro, sostituzione filtro aria, candela nuova, una lavatina al serbatoio e benzina fresca.

Va in moto. Il motorino d'avviamento sgrana un poco ma non sembra grave. Svalvola un po'. Regolatina al gioco valvole (grazie Bonna). È comunque un po' rumorosa.. vedremo.

Iniziano le operazioni di smontaggio. Tutte le parti originali sono ordinatamente riposte in uno scatolone e gelosamente custodite in garage, la bulloneria è imbustata ed etichettata per essere poi, se necessaria, correttamente riutilizzata. I collegamenti elettrici sono etichettati.

Le modifiche sotto descritte hanno lo scopo principale di rendere il complesso moto più leggero e maneggevole, soprattutto per il fuoristrada medio/facile, senza alterare in maniera significativa le notevoli doti stradali del Dominator e rimanendo assolutamente il più possibile nell'ambito della legalità! Inoltre ho stimato un budget indicativo: 2000,00€ circa incluso l'acquisto della moto.

Via carene, faro e telaietto originali anteriori . Viene mantenuta la strumentazione originale e costruito un nuovo supporto in piattina d'alluminio sagomata. Due lamierini sagomati e verniciati fungono da sostegni laterali alla mascherina portafaro Acerbis omologata, alle varie centraline in origine sparse dentro la carena e ai nuovi e più piccoli indicatori di direzione. I due lamierini sono sagomati attorno agli steli forcella e fissati con fascette di acciaio rivestite con guaina termoretraibile. Sono poi irrigiditi e collegati tra loro da un paio di traversini sempre in piattina di alluminio.

Parafango anteriore alto ex KTM 640 grigio. Mantenuto il ponticello di irrigidimento (in origine con funzione anche di supporto parafango basso) per non compromettere la rigidità delle forcelle.

Nuovo manubrio in lega con traversino (piega abbastanza aperta quindi dritto) e distanziali di rialzo (aiutano nella guida in piedi), manopole doppia densità enduro Progrip, paramani Acerbis chiusi e specchietti ripiegabili Far.

La tubazione del freno anteriore è posizionata e protetta in maniera differente per non interferire con lo sterzo. Spurgo circuiti idraulici freno anteriore e posteriore. Parafango posteriore e fianchetti laterali sono Racetech per Honda CRF 250 doppio scarico. Foglio di gomma sagomato a raccordare parafango posteriore e scatola filtro. Inoltre protegge l'alloggiamento della batteria. Altro foglio di gomma sagomato a protezione del mono. Ho mantenuto il telaietto posteriore (verniciato color alluminio) che funge da supporto per il parafango posteriore, per il portatarga, per il supporto luce targa (luce a led) e per gli indicatori di direzione. Il nuovo portapacchi in piattina di alluminio sagomata (supporta anche la luce di posizione/stop posteriore) è fissato al telaietto tramite bulloni passanti attraverso il parafango.

I silenziatori Marving inox omologati così come i collettori c'erano già (e forse da soli valevano già buona parte del prezzo pagato per tutta la moto).

Adattamenti vari impianto elettrico, contatti isolati con olio spray siliconico, guaina termoretraibile e, dove necessario protezione cavi con spiralite.
Coperchio protezione batteria in lamierino (ex canna fumaria inox) sagomato e verniciato.

A questo punto, per questioni di tempo e per un controllo più approfondito la porto in officina.

Sostituzione catena distribuzione e controllo generale al motore, sostituzione trasmissione finale (rapporti originali), verniciatura (nero) dei due semicarter, revisione motorino avviamento, sostituzione cuscinetti ruota e tensione raggi, controllo serraggio cuscinetti sterzo, pneumatici Continental TKC 81, ricopertura sella con piano seduta nero antiscivolo e laterali rossi e revisione.

La riporto a casa e litigo con le assicurazioni..

Trovo un serbatoio 13lt mod. 91 lo porto in sabbiatura e dal verniciatore, ultimi ritocchi estetici e poi monto il tutto.

La sella originale non si raccorda col nuovo serbatoio più piccolo. Ma porc.. non ci avevo proprio pensato! Attimi di sconforto! Poi l'idea. Ho un po' di esperienza hobbistica nel lavorare il cuoio (faretre per le frecce, cinture, borsini, ecc), così riesco a fare un borsino che, oltre a raccordare sella e serbatoio, è un comodo portaoggetti. Già che ci sono costruisco anche il borsino posteriore in perfetto stile Dakar. Trovo due semicarene anteriori modello '91 e le modifico tipo convogliatori, un po' di vernice (bombolette spray + trasparente) finiture e..

Dicembre 2007: Macinator II is ready!!!

La moto del cuore.. si, mi piace, è venuta bene. La moto totale? No, non credo, però è sulla buona strada. La prima uscita on/off mi conforta.

Sterratoni in riva al fiume, pozze di fango e ghiaccio, argilla e terreno di riporto in cava, pneumatici di compromesso e timore di graffiarla. Però è bella stabile, non scarta più di tanto, dà confidenza e il motore aiuta sempre. I trasferimenti su asfalto non sono più una sofferenza, anzi!

Comunque, mi venisse voglia di fare qualche puntatina in fuoristrada tecnico, in garage ho fatto spazio per una vecchia ma divertentissima Beta Alp 250 2t.

Magari, il prossimo anno mi torna in mente l'AfricaTwin.. Non si sa mai (frase sotto rischio di censura da parte del webmaster)

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Orsogrigio


AdmirorGallery 4.5.0, author/s Vasiljevski & Kekeljevic.
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